Il relative strength index (RSI)
Il Relative Strength Index (RSI), sviluppato da J. Welles Wilder, è un oscillatore di quantità di moto che misura la velocità e il cambiamento dei movimenti dei prezzi.
Lo scopo principale di questo oscillatore è di determinare le zone di ipercomprato ed ipervenduto dello strumento finanziario studiato per cogliere gli eventuali cambi di trend attraverso non solo del raggiungimento di queste zone, ma anche attraverso lo studio delle divergenze che avvengono tra questo oscillatore a confronto dei prezzi del grafico.
RSI: costruzione
L’RSI si presenta come una singola linea, che si muove su una ascissa rappresentante il periodo di tempo e un’ordinata scandita in una scala da 0 a 100 rappresentante in valore assoluto il momentum in termini di velocità e cambiamento dei prezzi dello strumento finanziario studiato.
Il set-up standard di questo oscillatore è impostato a 14 Periodi e prevede sull’asse delle ordinate 3 linee di verifica molto importanti poste ai valori assoluti di 70, 50 e 30.
Tradizionalmente l’RSI è considerato ipercomprato quando è superiore a 70 e ipervenduto quando è inferiore a 30, mentre il valore posto a 50 rappresenta la mediana della scala e spesso coincide a zone di supporto/resistenza importanti.
Rappresentazione grafica dell’ RSI
RSI: come funziona
RSI come abbiamo visto è generalmente settato a 14 periodi con la linea dell’oscillatore che si muove nel tempo segnando la velocità e il cambiamento dei movimenti dei prezzi che riguardano lo strumento finanziario studiato, evidenziando quando ci sono delle situazioni limite di IPERCOMPRATO o di IPERVENDUTO.
I livelli di ipervenduto si verificano in genere al di sotto del livello pari a 30, mentre i livelli di ipercomprato si verificano al di sopra del valore 70. Le linee di livello dovrebbero tagliare i picchi più alti e gli avvallamenti più bassi generando un segnale alla loro intersezione.
Questi livelli tradizionali possono anche essere regolati, se necessario, per adattarsi meglio al titolo. Ad esempio, se un titolo raggiunge ripetutamente il livello di ipercomprato di 70, si può migliorare l’oscillatore regolando questo livello su 80. Lo stesso dicasi per le zone di ipervenduto dove spesso i trader utilizzano il valore 20 al posto di 30 per i loro studi generici.
Statisticamente, durante una tendenza al rialzo i in generale in un mercato rialzista, l’RSI tende a rimanere nell’intervallo 40-90 con la zona 40-50 che funge da supporto. Viceversa, in una tendenza al ribasso o un mercato ribassista, l’RSI tende a rimanere nell’intervallo 10-60 con la zona 50-60 che funge da resistenza. Questi intervalli varieranno a seconda delle impostazioni RSI e della forza della tendenza sottostante del titolo o del mercato perciò è sempre importante stabilire quale è il valore migliore da utilizzare in relazione allo strumento finanziario studiato.
Durante le forti tendenze, l’RSI potrebbe rimanere nelle zone di ipercomprato o ipervenduto per lunghi periodi e continuare a ritestare le stesse zone frequentemente.
Zone di IPERCOMPRATO e IPERVENDUTO individuate tramite RSI
Interessante notare che se il prezzo dello strumento finanziario studiato raggiunge un nuovo massimo o minimo, ma questo non viene confermato dall’RSI (cioè non supera il livello considerato limite, in questo caso 70), questa divergenza può segnalare un’inversione di prezzo.
Divergenza tra RSI ed azione dei prezzi sul grafico
RSI come obiettivo di prezzo
RSI ha molte qualità, ma tra queste non c’è la possibilità di stabilire un target di prezzo. La motivazione molto semplice è che esso si basa su un “momentum” della variazione dei prezzi, per cui non è focalizzato al valore del prezzo, bensì alla sua dinamica di cambiamento nel tempo.
Questo oscillatore quindi non permette di stabilire target di prezzo, ma solamente identificare zone di IPERCOMPRATO ed IPERVENDUTO che generano segnali di entrata e di uscita al break di questi livelli predeterminati.
E’ doveroso segnalare che RSI utilizzato da solo, non può garantire segnali affidabili; questo è il motivo per cui deve sempre abbinare altri indicatori, come le Bande di Bollinger o il MACD per confermare i segnali e dall’analisi grafica per identificare i prezzi di target.
Segnali di Acquisto su Ipervenduto e segnali di Vendita su Ipercomprato
Non bisogna però farsi ingannare da questi segnali per due semplici motivi. Il primo è che raggiunto un livello di ipercomprato o ipervenduto non significa che il prezzo invertirà la tendenza nell’immediato; se sostenuto da un momentum di prezzo importante, stazionerà nell’area di ipercomprato o ipervenduto per più tempo.
Il secondo perché l’unico vero segnale certo che fornisce questo oscillatore è dato attraverso la ricerca sul grafico delle divergenze tra prezzo e indicatore. La rilevanza di una divergenza aumenta al crescere della vicinanza ad una zona estrema di ipercomprato o di ipervenduto.
In sintesi, RSI fornisce un segnale di ingresso BUY quando avviene il breakout del valore 30 che delimita ed identifica la zona di ipervenduto; il raggiungimento di questo valore indica che la spinta direzionale del trend discendente è in fase di esaurimento. Segnale comunque non sufficiente per considerare valido al 100% un ingresso che è necessario confermare con la presenza sul grafico di una divergenza rialzista, oppure con il breakout di una importante resistenza di prezzo, o ancora applicando un filtro utilizzando un secondo indicatore come il WaveUP Indicator che può dare conferma sui segnali.
Conferma di BUY su divergenza tra RSI e azione dei prezzi del grafico
Per i segnali di SELL il breakout del valore 70 stabilirà la probabilità di esaurimento della spinta del trend ascendente entrando in una zona di ipercomprato.
Anche in questo caso è necessario confermare questo segnale con le stesse indicazioni e strumenti di filtro e controllo accennati per la situazione di ingresso BUY.